L’inizio ci da la possibilità di scegliere un personaggio digitalizzato reale, ponendoci la scelta su diverse personalità di spicco del mondo calcistico come Gullit, Maradona o Zico. Questo significa che non è possibile crearsi un avatar, ma poco importa quando queste rappresentazioni sono così visivamente impressionanti.

Tutta la Master League ci permette di vivere anche diverse cinematiche che ci preparano ad alcuni eventi importanti come per esempio una finale di coppa, oppure l’inizio del pre-campionato. La maggior parte delle cutscene ci permettono anche di interagire con dialoghi a scelta multiple che non cambiano più di tanto il progresso della carriera, ma che riescono comunque a dare quel tocco in più a livello di immedesimazione.

Tra le diverse modalità offline segnaliamo le partite in cooperativa, le amichevoli e i campionati. Insomma il divertimento non mancherà con i propri amici!

Il resto della Master League riguarda le partite giocate, simulate e tutta la componente gestionale, dalla vendita/acquisto dei giocatori fino alla disponibilità del budget da usare. Tutto è rimasto quindi invariato? Non proprio, c’è da sottolineare che Konami sembra aver lavorato sull’algoritmo della compravendita dei giocatori da parte delle altre squadre. Non ci è capitato, quindi, di vedere il Milan comprare sin dalla prima stagione Messi – per esempio – o la Juve svendere Ronaldo.

La Master League ha quindi ricevuto dei miglioramenti, si, ma non così tanti da giustificare un passo in avanti incisivo. C’è quindi del lavoro da fare per rendere l’attuale ottima modalità carriera, ancora migliore in futuro e magari anche più varia dal punto di vista delle situazioni.

Per chi non volesse fare l’allenatore c’è comunque la modalità “Diventa un Mito” che vi da la possibilità di realizzare un vostro alter-ego, modificandone aspetto e alcune caratteristiche. Spetta poi a voi farlo diventare un campione, cercando di partecipare a tutte le partite e riuscendo a uscire dal campo con buone prestazioni.

Le licenze hanno fatto un passo in avanti, introducendo squadre come Juventus, Manchester United, Arsenal e Bayern Monaco e l’ingresso della Serie A come campionato in ufficiale. Tuttavia sono ancora molte le squadre che mancano, come il Real Madrid, L’Atletico Madrid e tante squadre inglesi come Liverpool e Tottenham. Per chi volesse giocare con le maglie e nomi reali, però, può comunque modificare il tutto grazie alle opzioni di personalizzazione del gioco stesso.

Chi non gioca in compagnia…

Dal 10 settembre siamo finalmente riusciti a giocare una serie di partite in modalità multiplayer, testando sia i normali scontri 1vs1 che My Club. Nelle circa venti partite giocate non abbiamo avuto troppi problemi di connessione, riuscendo a completare per intero tutte le sfide. Da questo punto di vista eFootball PES 2020 si pone per essere un videogioco di calcio standard, proponendo sfide comuni e senza particolari novità eccessive. Il team ha infatti preferito concentrarsi sull’equilibrio di gioco piuttosto che introdurre troppe novità su modalità già funzionali al sistema di gioco.

MyClub ha invece subito un restyling per quanto riguarda i menu dedicati alle statistiche, inoltre avendo l’esclusiva di UEFA EURO 2020 – che arriverà gratuitamente durante il prossimo anno con un aggiornamento – ora sarà possibile trovare anche i giocatori in versione nazionale, oltre che nuove leggende come Ronaldinho o Iniesta.

Ciò non significa che PES 2020 non abbia niente di nuovo, infatti è stato introdotto il Matchday – anche in MyClub – che permette di giocare la sfida internazionale più importante del momento, selezionando una delle due squadre e cercando di accumulare Punti Evento insieme agli altri giocatori che hanno scelto la stessa fazione. Alla fine dell’evento, la squadra con più punteggio arriverà alla Grande Finale con un vantaggio da non sottovalutare.

La gara finale verrà giocata dai giocatori che hanno giocato meglio, guadagnando più punti durante l’evento. Che si vinca o si perda, tutti i partecipanti riceveranno dei premi, ovviamente chi vincerà avrà guadagni più sostanziosi e interessanti rispetto ai vinti.

Realismo puro

C’è da dirlo, eFootball PES 2020 non stravolge le già ottime meccaniche di gioco viste nei precedenti due capitoli, ma introduce una serie di nuove caratteristiche che non fanno altro che rendere il gameplay ancora più reale, fluido e galvanizzante. Partiamo con una delle novità, il finesse dribbling, una nuova meccanica realizzata da Konami in collaborazione con Iniesta che permette dribbling e giochetti più coerenti e sensati durante il contropiede o durante l’azione d’attacco.

Sia l’Inspire – in parte già visto con PES 2019 – che il First Touch Impact hanno subito un ulteriore approfondimento. L’Inspire è costruito per tutti quei giocatori talentuosi – Pogba, Dybala, Ronaldo, Messi etc – che hanno movimenti unici nella vita reale, permettendo di riprodurli anche nel gioco in determinate occasioni, se in PES 2019 la cosa era meno evidente, in PES 2020 abbiamo notato più di una volta giocatori estremamente simili alle controparti reali e non solo esteticamente/visivamente ma anche dal punto di vista dei movimenti. Il First Touch Impact banalmente tradotto come “Il primo tocco” è stato rivisto per riprodurre in maniera ancora più corretta il primo controllo di palla durante un passaggio rasoterra o uno lungo. Durante i passaggi veloci e le partite frenetiche, il First Touch Impact si nota in maniera evidente, garantendo una circolazione di palla più fluida e realistica.

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A proposito di palla, il team di sviluppo ha svolto un lavoro egregio sulla fisica di quest’ultima, rendendola estremamente coerente con ogni tiro effettuato. Non ci è davvero mai capitato qualche rotazione strana e questo non può altro che far piacere ai giocatori appassionati di calcio che da sempre si lamentano di tiri abbastanza poco realistici nei videogiochi calcistici.

A detto di ciò, i portieri sono stati rivisti, ora cercano effettivamente di parare anche palle difficili – avendo come predisposizione una palla più prestabilita -, ma cominciano a sentirsi in difficoltà con i tiri da fuori o con alcune azioni di gioco. Gli altri giocatori, invece, sono sempre abbastanza aggressivi e chiudono gli spazi prevedendo le nostre mosse, a volte persino simulando falli. L’arbitraggio cerca comunque sempre di stare al passo e anche se a volte ci è capitato non fischiasse per falli evidenti, è comunque sempre abbastanza equilibrato nella scelta dei cartellini. Insomma l’intelligenza artificiale è quindi migliorata, ma ha ancora dei passi in avanti da fare per risultare davvero perfetta, soprattutto a difficoltà più alte, dove ci è sembrata leggermente addormentata su alcune azioni veloci.

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Tutti questi particolari rivisti, insieme a un modello di gioco ormai funzionale da diversi anni, non fanno che rendere eFootball PES 2020 ancora più bello da giocare, anche se con ancora qualche piccola problematica legata all’intelligenza artificiale. Se amate il calcio vero, insomma, è molto probabile che il gioco di Konami ci vada davvero molto vicino dal punto di vista simulativo.

A tratti vero

A livello visivo eFootball PES 2020 è semplicemente mozzafiato. I giocatori sono identici alla parte reale, grazie anche all’utilizzo del 3D scan per quanto riguarda le squadre più importanti. Anche gli stessi stadi come lo l’Allianz Stadium, l’Allianz Arena e il Camp Nou sono meravigliosi da vedere, non solo per quanto concerne l’esterno o il campo da gioco, ma anche per il tunnel che porta agli spogliatoi è pressoché uguale.

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Le animazioni dei giocatori, le scivolate sotto la pioggia, la neve e il sole abbagliante, galvanizzano un aspetto tecnico a 60 FPS importante. Oltre a ciò va sottolineato l’elogiabile lavoro per l’atmosfera stadi, finalmente più vivi e dinamici, che non fanno altro che migliorare lo sfondo delle varie partite giocate.

A dare un senso di immedesimazione ancora migliore ci pensa la nuova telecamera televisiva che segue l’azione come in una partita vista alla televisione. Non abbiamo riscontrato problematiche dal punto di vista delle gestione della stessa, giocando circa una ventina di partite in completa tranquillità, rimanendo parecchio soddisfatti. Se proprio vogliamo trovare un pelo nell’uovo, la telecronaca, ancora una volta affidata al duo Caressa e Marchegiani è parecchio deludente, quasi noiosa da ascoltare e non nascondiamo di aver disattiva la stessa dopo un paio di partite.